All'inizio
di questo manuale, parlando del computo delle calorie, ho scritto che
in alcuni regimi alimentari il computo calorico, pur
rimanendo sempre valido,
va comunque rivisto in qualche modo.
La
chimica che sta dietro la fisiologia del nostro corpo è molto
complicata ed esula da questo articoletto che non ha la minima
pretesa di essere esaustivo da questo punto di vista.
Cercherò
piuttosto, semplificando enormemente nella speranza di essere chiaro,
di esporre alcuni concetti importanti e di nostro interesse ai fini
del dimagrimento.
Nel nostro corpo, la riproduzione cellulare, la crescita e qualsiasi
reazione chimica che ci consente di muoverci, di produrre calore, etc
è possibile grazie alla produzione di una sostanza chiamata Adenosin
trifosfato (ATP)
Puoi
immaginare l'ATP come la nostra moneta di scambio e per analogia i
vari macronutrienti come fonti di denaro.
La
produzione di ATP è preceduta da due processi chimici importanti che
sono:
- La “glicolisi”, che converte i carboidrati in ossalacetato.
- La “beta-ossidazione” che converte i grassi in acetyl-CoA
Queste
sostanze attraverso una serie di reazioni chimiche che vengono
indicate come ciclo di Krebs, sfruttando l'ossigeno assunto con la
respirazione, vengono trasformate in ATP.
Le
proteine, che normalmente svolgono una funzione plastica costituendo
i mattoni di tutti i nostri tessuti, nel caso in cui i carboidrati
scarseggiano, possono essere prima degradate in zuccheri attraverso
la “gluconeogenesi” e dopo possono entrare a far parte del
processo di produzione energetica al pari dei carboidrati.
L'ossalacetato derivato dai carboidrati è un substrato
indispensabile affinché avvenga il ciclo di Krebs ed affinché
l'acetyl-CoA proveniente dai grassi possa dare la
maggior resa
di ATP.
Da
questo nasce la famosa affermazione che avrai sentito tante volte:
“I
grassi bruciano al fuoco dei carboidrati”
Nei
tempi odierni in cui la scienza della nutrizione è manipolata dalle
"multinazionali del frumento" viene consigliato da tanti
alimentaristi un consumo di carboidrati esageratamente alto (se
non sei un atleta), ed è quindi più che logico che la sopra
riportata affermazione biochimica venga fraintesa e usata come scusa
per "avallare" alcune ancestrali teorie che hanno poco di
scientifico.
Cosa
accade realmente quando abbiamo scarsa disponibilità di glucosio?
Durante
le diete "low carbs" o nelle più estreme diete
chetogeniche, il ciclo di Krebs viene rallentato o del tutto
bloccato.
L’AcetilCoA
presente, viene utilizzato per la produzione di corpi
chetonici,
dai nomi complessi come acetone,
acetoacetato
e acido
β-idrossibutirrico, che
divengono carburante d’elezione per le cellule del Sistema Nervoso
Centrale, per il muscolo cardiaco e per tutto il corpo in generale.
Si
potrebbe affermare che in mancanza di glucosio, i grassi non bruciano
più al fuoco dei carboidrati, ma “si spengono al freddo della
chetosi”.
In
parole ancora più povere, eliminando dalla nostra dieta i
carboidrati, non appena si esauriscono quelle poche riserve di
glicogeno accumulato nel fegato e nei muscoli (qualche giorno) il
corpo attua uno “switching metabolico” trasformandosi con
gradualità da una macchina brucia zuccheri in una macchina brucia
grassi.
Questa
capacità di adattamento del nostro corpo, sviluppata in due milioni
di anni, ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere a lunghi
periodi di carestia ed è un processo assolutamente normale e
fisiologico.
La
produzione di energia dai corpi chetonici rispetto al ciclo di Krebs
ha un rendimento inferiore per cui un grammo di grasso invece di
fornirci 9 calorie ne fornisce solo 7, inoltre i corpi chetonici non
possono essere conservati e riutilizzati come accade per i grassi.
Quando
2 molecole di acetyl-CoA si fondono in un corpo chetonico, non
possono essere più divise, ne utilizzate per altre reazioni per cui
se il corpo chetonico (prodotto tra l'altro sempre in surplus) non
viene utilizzato, verrà eliminato con l'urina e attraverso la
respirazione (alito acetonico).
Ai
fini del dimagrimento, il vantaggio metabolico di questo tipo di
diete è dunque evidente.
E'
come se a parità di energia spesa consumassimo il 30-35% in più di
calorie.
Un'altro
vantaggio non da poco è l'effetto anoressante ed euforizzante dei
corpi chetonici.
Si
ha poca fame e normalmente si è molto lucidi e ottimisti.
Poiché
i carboidrati sono quasi del tutto assenti (<30gr/dì) la dieta si
compone di una normale razione di proteine e di un quantitativo di
grassi superiore anche al 70% e questo rende i pasti estremamente
sazianti.
Penserai
che sia assurdo dimagrire mangiando cibi annegati nell'olio d'oliva
o insalate condite con maionese o ancora panna (senza zucchero),
mascarpone, burro, etc, ma il trucco come avrai capito è che in
mancanza di insulina questi grassi non vengono stoccati come riserve
e persino il profilo lipidico del sangue migliora notevolmente.
I
trigliceridi e il colesterolo diminuiscono e si normalizzano.
Le
chetogeniche risultano “protein sparing”, cioè molto
conservative nei riguardi della massa magra.
Inizialmente
quando le riserve di glicogeno si esauriscono, per far fronte
all'esigenza di glucosio soprattutto da parte del sistema nervoso
centrale e del cervello in particolare, vengono prelevati aminoacidi
(massa magra) per essere trasformati in zuccheri attraverso la
gluconeogenesi, ma a distanza di qualche giorno tutto il corpo si
adatta al consumo dei corpi chetonici e questo processo rallenta
enormemente e la massa magra viene preservata meglio che in altre
diete.
A
livello pancreatico, le chetogeniche, contribuiscono al miglioramento
metabolico in pazienti con insulino-resistenza1.
Nonostante
tutti i vantaggi elencati,
le critiche a questi regimi alimentari non mancano e a torto queste
diete vengono spesso indicate come insalubri per la nostra salute.
Un
medico al quale ho confidato di seguire questo tipo di dieta, mi ha
addirittura detto che stavo alterando il mio ph ematico rischiando
il coma e la morte!!
Inizio
subito col dire che le diete chetogeniche non sono e non devono
essere iperproteiche anche perché un eccesso di proteine blocca il
processo chetogenico.
Nella
chetosi fisiologica (indotta dalla dieta), la presenza di corpi
chetonici nel sangue passa da 0.1 mmol/dl fino a circa 7 mmol/dl,
senza però determinare alterazioni del pH ematico.
Nulla
a che vedere con la chetoacidosi metabolica che si instaura
nei soggetti diabetici e che realmente può risultare fatale.
Ci
sarebbe ovviamente da meravigliarsi se un medico fa questo tipo di
confusione, ma purtroppo succede!!
Contrariamente
a ciò che accade nel soggetto diabetico la glicemia viene mantenuta
su livelli normali grazie all’utilizzo di aminoacidi glucogenetici
e, soprattutto, glicerolo, derivante dalla demolizione di acidi
grassi, per la formazione di glucosio ed inoltre la possibilità del
soggetto sano di produrre insulina a differenza del diabetico,
scongiura totalmente il rischio di effetti collaterali.
Personalmente
mi trovo molto bene con questo tipo di alimentazione, ma riconosco
che pur presentando molti vantaggi, non é una dieta adatta a tutti.
Siamo
troppo abituati al consumo sfrenato di carboidrati ed eliminarli è
veramente impresa ardua.
Occorre
una certa “maturità alimentare” e una assoluta consapevolezza di
quello che si sta facendo.
I
primi giorni, quando ancora non si è instaurata la chetosi la fame e
molto forte ed in maniera soggettiva si possono presentare sintomi
fastidiosi che fanno desistere molte persone.
Si
può avere astenia, sonnolenza, sensazione di freddo, abbassamento
della pressione, emicranie, stipsi, etc
Dopo
soli due o tre giorni le cose migliorano, ma un vero adattamento del
corpo al nuovo tipo di alimentazione può richiedere anche un mese ed
in caso di attività sportiva le prestazioni possono ridursi (solo
inizialmente) anche del 50% rendendo particolarmente difficili gli
allenamenti.
Ti
renderai conto guardando le etichette dei cibi quanto è arduo
trovare alimenti senza carboidrati ed è difficile crearsi dei menù
che non annoiano.
Alcune
aziende, approfittando di questo, vendono a prezzi proibitivi, cibi
che assomigliano nell'aspetto e nel sapore alla pasta, al pane, ai
dolci, etc pur essendo aglucidici, ma personalmente sono contrario ad
alimentarmi con prodotti di origine totalmente industriale che nella
maggior parte dei casi sono anche dei super concentrati di glutine.
Credo
che nell'ottica del miglioramento dello stato di salute occorre
mangiare nel modo più semplice e naturale possibile e una dieta
chetogenica può e deve rappresentare una parentesi della nostra vita
nella quale ci allontaniamo dal modello alimentare totalmente errato
che le industrie ci hanno sapientemente imposto per i loro interessi.
Dobbiamo
evitare i carboidrati ingerendone al massimo 30gr al giorno, ma se
siamo intelligenti questi pochi grammi possono significare ½ kg di
verdure cotte o crude.
Una
grande insalata condita con abbondante olio d'oliva e spezie,
unita
a normali porzioni di pesce anche molto grasso o di carne per chi la
preferisce, rappresenta un pasto altamente saziante, assolutamente
chetogenico, ricco di vitamine, fibre e sali minerali.
E'
il caso di spendere 20 euro per acquistare un kg di finte tagliatelle
che non si sa bene di cosa siano fatte?
Se
scegliamo bene i nostri alimenti selezionando la qualità e la
tipologia dei grassi ingeriti, una dieta chetogenica può essere
protratta anche per mesi senza problemi di nessun tipo.
Tieni
presente che le prime sperimentazioni di questo tipo di diete
iniziarono nel 1911 non con finalità dimagranti, ma per la cura
dell'epilessia e di alcuni tumori cerebrali.
Tutt'ora
esistono tanti pazienti che traggono enormi giovamenti da questo
tipo di dieta e la protraggono per anni senza problemi.
A
proposito di tumori, una delle tecniche diagnostiche più usate per
il rilevamento di masse tumorali e delle metastasi e la PET
(Tomografia ad emissione di Positroni).
Questa
tecnica, comporta la somministrazione per via endovenosa di sostanze
normalmente presenti nell'organismo (come il glucosio, la metionina,
la dopamina) ma "marcate" con molecole radioattive
(radiofarmaci).
Il
tomografo PET rileva la distribuzione di queste sostanze.
Poiché
i tumori sono avidi di glucosio, la PET ne rivela l'accumulo ed è
quindi molto utile per confermare una diagnosi di tumore, per
verificare la presenza di metastasi oppure per stabilire l'efficacia
di una terapia oncologica. Per esempio, l'assenza di accumulo di
glucosio radiomarcato in una sede in cui era stato
identificato in precedenza indica che il trattamento in corso è
efficace.
Non
ci vuole molto a capire che una dieta chetogenica, che limita
fortemente l'introduzione del glucosio (unica fonte di nutrizione del
tumore) potrebbe rappresentare un valido aiuto per i pazienti affetti
da queste patologie, ma l'alimentazione come al solito non viene
tenuta in considerazione.
Curarsi
o coadiuvare le cure classiche con l'alimentazione sarebbe troppo
economico!
Se
noi ci ammaliamo e rimaniamo malati aumenta il PIL, c’è
crescita, diminuisce lo SPREAD.
La
sanità è la più grande industria nazionale ricordava
il professor Mario Monti ........
Scusandomi
per questa breve, ma doverosa digressione, vorrei renderti partecipe
della mia personalissima esperienza su questo tipo di dieta
elencandoti i lati positivi e quelli negativi che ho personalmente
riscontrato.
- I primi due, tre giorni sono sempre veramente difficili da superare, ma per entrare in chetosi rapidamente e soffrire il meno possibile ho adottato una tecnica efficacissima riservata solo a chi è allenato e da tempo pratica sport aerobici.Svolgo una lunga sessione di allenamento senza ovviamente l'assunzione di carboidrati.In questo modo il glicogeno di riserva si esaurisce in brevissimo tempo e la chetosi si instaura anche nel giro di poche ore!
- Ho sperimentato mal di testa, stipsi, abbassamento della pressione e altri piccoli effetti collaterali, ma il tutto è stato transitorio e di breve durata.
- Ho perso rapidamente (2 giorni) 3-4 kg costituiti dal glicogeno e dall'acqua ad esso legata, ma avevo la consapevolezza che avrei ripreso questi chili immediatamente con la reintroduzione dei carboidrati per cui se il tuo obiettivo è la perdita di 5kg di grasso corporeo, devi scendere almeno di 9kg per raggiungere realmente il tuo traguardo.
- La fame è sempre molto controllabile!
- I miei risultati verificati con un esame impedenziometrico sono stati di gran lunga migliori rispetto a diete con un basso contenuto di grassi.
- Dopo un periodo di adattamento di 15-20 giorni le prestazioni sportive sono tornate alla normalità con il vantaggio di non arrivare mai a cali prestazionali nemmeno dopo 130km di ciclismo su strada senza alimentarmi.
- Le prestazioni atletiche aerobiche sono paragonabili o addirittura superiori rispetto ad una alimentazione classica, ma decadono fortemente durante sforzi anaerobici vicino a VO2max.Forse sarebbe l'alimentazione ideale per un maratoneta o un ciclista di granfondo che però dovrebbe evitare di giocarsi posizioni in volata perché più debole.
- Ho notato la necessità di bere moltissimo durante lo sport e anche durante la giornata in generale e di conseguenza la frequenza e la quantità di urina emessa aumenta in modo anche fastidioso.E' necessaria una integrazione di potassio e magnesio ed inoltre ho dovuto aumentare e non limitare troppo il consumo di sodio (sale da cucina) per non avere cali di pressione che si manifestavano quando per esempio mi alzavo bruscamente dal divano o da una sedia.Tieni comunque conto del fatto che io ho naturalmente la pressione già molto bassa.
- I miei battiti cardiaci durante l'attività sportiva erano più alti di almeno il 10% in più a parità di sforzo rispetto a quando seguo una alimentazione normale pur non arrivando a situazioni di affanno.Se non fossi stato monitorato strumentalmente, non mi sarei accorto di questo particolare che può essere la conseguenza di una maggiore produzione di glucacone che causa una più marcata contrattilità del muscolo cardiaco.
- Ho notato (contrariamente a ciò che la logica farebbe pensare) un leggero aumento della glicemia pur rimanendo sempre all'interno di valori normali.
- Ho notato una perdita di efficacia dimagrante in questo tipo di alimentazione quando mi sono avvicinato al 10% di massa grassa.
- La quantità di chetoni nel sangue si manteneva stabile intorno a 1,5 mmol/dl, ma saliva anche a 5-6 mmol/dl dopo un pesante allenamento aerobico.Per misurare il tuo livello di chetosi ti consiglio di non affidarti alle strisce reagenti che si bagnano con l'urina perché sono inaffidabili.Usa piuttosto una macchinetta tipo quella usata dai diabetici per misurare la glicemia .Io uso “GlucoMen Lx Plus” di Menarini che molte farmacie regalano anche a chi non è diabetico.Il trucco sta nel fatto che le striscette elettroniche reagenti costano circa 2,5 Euro cadauno ed ovviamente non sono mutuabili per soggetti sani.
Ricorda
che è importantissimo reintrodurre i carboidrati con gradualità
quando si ritorna ad una alimentazione normale.
Ti
rinnovo
sempre il mio consiglio di affidarti ad un esperto
quando devi intraprendere una strategia alimentare (almeno
inizialmente) ed in particolar modo in questo caso.
Solo
per completezza quindi, passo alla descrizione di come adattare il
software per ottenere dei menù chetogenici.
Farò
riferimento sempre al soggetto utilizzato negli esempi precedenti.
Partiamo
dunque impostando il fabbisogno calorico giornaliero che se ricordi
avevamo stimato in 1822Kcal
Anche
durante le diete chetogeniche non bisogna esagerare con le calorie.
Il
fabbisogno calorico giornaliero stimato si può calcolare come
precedentemente spiegato nel presente manuale ed è sempre una buona
base di partenza (modificabile in funzione della risposta
individuale)
A
parità di calorie assunte, rispetto ad altri tipi di diete il
dimagrimento sarà più consistente con una maggiore conservazione
della massa magra e con meno sacrifici perché la fame è di gran
lunga minore.
Non
confondere la fame con la golosità!
Se
hai veramente fame stai facendo qualche errore.
Stai
assumendo dei carboidrati nascosti in qualche alimento.
Controlla
bene i valori nutrizionali dei singoli alimenti.
Evita
l'uso di dolcificanti poiché ho personalmente sperimentato che
nonostante non contengano carboidrati forse a causa del sapore dolce
producono gli stessi effetti di questi ultimi!
Imposta
i “criteri di calcolo” in Funz.Calorie e imposta il valore a
1822Kcal:
In Ripartizione dei macronutrienti, regola la percentuale delle proteine in modo da
leggere nella casella cerchiata in blu (vedi figura sotto) un valore di proteine/kg di massa magra intorno a 1,2.
In
Ripartizione dei macronutrienti, regola la percentuale dei
carboidrati in modo da ottenere nella casella “Obiettivo sommatoria
pasti” per i carboidrati un valore vicino ma non superiore a 30
grammi (vedi figura sotto).
Sempre
in “Ripartizione dei macronutrienti, aumenta la percentuale dei
grassi in modo che la somma %Carbo + %Protidi + %Grassi torni a 100%
Per spartire i pochi carboidrati presenti nella dieta in modo uniforme, metti la spunta su “Anche pasto singolo”
Inoltre
stabilisci secondo i tuoi gusti e le tue abitudini il numero di pasti
giornalieri e la percentuale calorica di ogni pasto.
Se
fai solo i tre pasti principali, puoi inserire i valori che trovi
nella figura sottostante:
Come
dovresti già saper fare, inserisci gli alimenti per la colazione e
regola le quantità in modo da bilanciare i macronutrienti anche per
il pasto singolo.
Ovviamente
la scelta degli alimenti dovrà rispettare i tuoi gusti, ma dovrà
anche adattarsi ai vincoli della dieta.
In
questo caso devi assicurarti una normale razione di proteine, una
esigua quantità di carboidrati e una grande quantità di grassi.
Preferisci
sempre grassi provenienti dall'olio extra vergine d'oliva, dalla
frutta secca e dal pesce.
Solo a titolo d'esempio:
Per
la colazione:
Per il pranzo:
1Mitchell GA, Kassovska-Bratinova
S, Boukaftane Y, et al. Medical aspects of ketone body metabolism.
Clin Invest Med 1995;18:193-216
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